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Discorso funerale mons. Alfio Coco (16-03-2006) PDF Stampa E-mail

Saluto finale in occasione delle esequie di Mons. Alfio Coco

Acitrezza, 16 marzo 2006.

 

 

Eccellenza reverendissima,

gentili autorità civili e militari,

reverendi sacerdoti,

carissimi fedeli,

 

         Possa la vita che mi resta essere una fiamma di amore a Dio, ai fratelli, coronamento del mio pellegrinaggio terreno in attesa dell’eterno gaudio di Dio. Con queste parole mons. Alfio Coco dava inizio alle sue memorie dei cinquant’anni ad Acitrezza. Una fiamma di amore ha guidato la vita di don Alfio nel suo ministero sacerdotale, tutto speso per Acitrezza. Fiamma di amore. È questa l’immagine che più si addice alla figura sacerdotale dell’arciprete di Acitrezza. A 27 anni ha cominciato ad amare questa sposa, la sua comunità, pur nelle avversità della guerra e della miseria. Sempre accanto alla gente, ha imparato ad amarla, ad ascoltarne le gioie e le speranze, le fatiche e i dolori, pronto a gioire con chi gioisce e a piangere con chi piange. Lavoro costante, sacrifici di ogni genere e grandi ideali hanno contraddistinto la vita di questo servo buono e fedele. Una fervente attività, un continuo movimento, una costante sollecitudine, sempre alimentata dalla meditazione della Parola di Dio e dalla preghiera.

         La vita di un sacerdote è sempre un dono e un mistero, deve essere una fiamma di amore, non una vampata ma una fiamma d’amore, lampada che arde, come lo fu Giovanni Battista il precursore. Del ministero pastorale di mons. Alfio Coco si possono ricordare le grandi realizzazioni, realtà che sono sotto gli occhi di tutti, ma l’attenzione occorre puntarla sull’amore, un amore appassionato, radicato in Cristo. Questa chiesa parrocchiale è testimone del suo spirito di preghiera, del suo radicamento in Cristo, della sua Eucaristia celebrata e vissuta, che si trasformava in gesti di amore.

         Questa fiamma d’amore in lui non si è mai spenta, l’amore a Dio e l’amore al prossimo, l’amore alla sua Acitrezza. Accingendosi a lasciare la sua parrocchia, in un componimento poetico scriveva:

 

prego per te, Acitrezza mia,

sempre …

e tu?

Nelle tue preci

ricordati di colui

che per te visse,

e ora, pur lontano,

ti serve

come se presente fosse.

 

         Carissimo don Alfio, noi non ti dimenticheremo. Il tuo ricordo si trasformerà in preghiera di lode e di ringraziamento per il bene che hai fatto tra noi rendendo presente Gesù buon pastore. Egli ti guidi ai pascoli della vita eterna, ma tu, accanto al buon pastore, prega per la tua Acitrezza, … sempre!

         Il Signore ti benedica e ti protegga, faccia splendere su di te il suo volto e ti doni la sua pace. Amen.

Don Giovanni Mammino

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